Restauro Chiesetta (2014)
Dopo la prima messa a Laturo con parroco e numerosi eredi e visitatori(anche Emilia, 98 anni,ex abitante di laturo ritorna a piedi dalla vecchia mulattiera), in sinergia con la Diocesi di Ascoli piceno portiamo avanti, con un immane lavoro di accantieramento e logistica, il restauro della cappellina di Laturo dedicata alla Madonna di Loreto. Per altre info sulla storia qui.
Restauro rigorosamente conservativo e rispettoso dell’ambiente, volto a conservare tutta la bellezza e la archittettura originaria del Borgo e a rivalorizzare la tradizione: travature in castagno o rovere locale; rinforzi strutturali con malte naturali;recupero e riutilizzo dei coppi antichi e originali del Borgo; recupero e riutilizzo delle travi in legno antico di Laturo; recupero del cotto e dei conci in pietra arenaria del Borgo per il rifacimento di angoli; recupero e riutilizzo di piedritti e architravi in pietra, eccetera…
Non essendoci mai stata elettricità, acqua per gli impasti e una vera e propria strada per raggiungere il Borgo di Laturo, il trasporto del restante materiale necessario alla ristrutturazione è stato portato dapprima con trattori e fuoristrada attrezzati nel punto più vicino al Borgo tramite una difficile, tortuosa pista di taglialegna percorribile solo in estate, successivamente il trasporto è avvenuto completamente a mano da parte di volontari, sia dell’acqua (che veniva presa giù nel fosso) che del materiale da costruzione.
Ogni volta che vi è stato un restauro a Laturo, il lavoro di accantieramento, oltre ad essere stato una operazione dispendiosa, è stato soprattutto un’estenuante organizzazione logistica di persone, meteo e altre avversità: nonostante ciò, siamo molto orgogliosi oggi di ciò che abbiamo fatto perchè abbiamo dimostrato, concretamente, che l’assenza di elettricità e di una strada a Laturo(gli abitanti di Laturo non l’hanno mai avuta) non è né una condanna né un limite, ma il valore aggiunto che sospende Laturo nel tempo, – il carattere distintivo che distingue questo Borgo da tutti gli altri Borghi fantasma dell’Appennino. MartinaD.G.
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