Costruzione della cappellina di Laturo dedicata alla Madonna di Loreto
LA NOSTRA SPLENDIDA ATTUALE CHIESETTA
UN DOCUMENTO DI INESTIMABILE VALORE
L’idea di fare la Cappellina all’ingresso del paese di Laturo risale al 1927. Don Alfredo Novelli, ne espose i motivi(ricordati nella seconda puntata relativa a san Egidio), prima al Vescovo Mons Apollonio Maggio deceduto il (21-10-1927) indi al suo succesore Lodovico Cattaneo che plaudendo alla proposta, invio’ a Laturo il Subeconomo vescovile Don Secondo Cicchi per le valutazioni del caso e per ascoltare il parere e la disponibilita’ materiale della popolazione che era entusiasta del progetto. Non sono chiari i termini e le modalita’ con cui la Curia approvo’ disegno concernente il lato finanziario dell’impresa che fu’ anche appoggiata favorevolmente dal Maresciallo di Valle Castellana e dell’Ispettore della Guardia Forestale.
“Il paese di Laturo era tutto d’accordo prima che si cominciassero i lavori: tutti volevano aiutare, tutti volevano fare a piu’ non posso, per farla bella e per la comodita’ al paese..ma le opere di Dio sono proprio cosi’…sono sempre ostacolate, ma si va avanti” commenta amaramente Don Alfredo Novelli
Ci furono sicuramente dei contrasti tra il parroco ed i paesani, nonche anche tra abitanti concernente i lavori e la donazione del terreno su cii edificare la Cappellina finche’
“Domenico Sabbtaucci ad honorem B. M. V. Lauretanae ci ha dato il terreno occorrente per la cappellina, solo.” Sottolineata a penna da Don Alfredo nel suo diario, si riferisca al fatto che unicamente il Sabbatucci tra tutti i paesani avesse donato il terreno oppure che la donazione del terreno era subordinata alla costruzione della sola Cappellina e non dell’abitazione per il parroco come non e’ chiaro se subordinasse la costruzione della Cappellina alla dedica della stessa Madonna di Loreto. Finlmente dopo 4 anni di lavoro il 25 ottobre 1936 festa di Cristo Re, la Cappellina fu consacrata e dedicata alla Madonna di Loreto.
Nelle righe che seguono le fasi della lavorazione
nel 1932 furono segati alcuni travi occorrenti per il tetto da Giovanno’. Nel 1933 fu fatta la fornace da Domenico Sabbatucci che fu’ utilizzata dal fornaciaro detto il Merlo di Leofara. Fu comprata polvere da sparo e miccia per procurarsi pietra occorrente che fu sagomata in due settimane da due scalpellini di Collegrato. Nel frattempo i muratori Piccioni Domenico e sabbatucci Domenico di Settcerri in circa 15 giorni tagliarono quattro travi vicino Fonte Cuculo e nella Valle Grande(ag giungo io, parte alta della Pantana)56 tavole, tavolette e 2 tavoloni. Tutto il legname fu poi portato a Laturo da Piccioni Giuseppe. Poi nel 1934, forse per mancanza fondi il lavoro si interruppe. Nel 1935 riprende e Vincenzo Bianchini di Collegrato lavora all’interno della Cappellina per 13 giorni mentre Baro’, Giovanno’ ed Eugenio, portano pietre. Intanto Razzetti Francesco si interessa al trasporto dei coppi della calce e delle mattonelle. Nel 1936 si avvicendano nei lavori i muratori Vincenzo Bianchini per 7 giorni di lavoro, Giulio Fiori, per 22 giornate e Giuseppe de Paolis di Colli di Lisciano per 9 giornate, mentre Giovanni Chiappini trasporta le pietre. Il 4 dicembre il De paolis in due giorni mette la porta alla Cappellina che era stata costruita insieme alle tre finestre dal falegname Adamo Zenobi. Nel 1936 si ricostruisce la fornace per fare 3000 coppi, 300 mattonelle, 1500 quadri, 800 mattoni, che furono costruiti dallo “spianatore” Nicola di Rocca Monte Calvo aiutato da Sabatucci Domenico e De Simone Domenico di Laturo e cotti da Biagio Angelini di castel Trosino.
I Lavori intanto si intensificano. Giuseppe De Paolis lavora alacremente per circa un mese, cosi’ come Filippo Sabbatucci, Vincenzo Bianchini e Eugenio. Si comprano i vetri per le finestre, si tinge l’interno di color rosso, finche giunge il giorno dell’inaugurazione: 25 ottobre 1936.
Timoteo Galanti
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